Wall Street
Perché i Tori sono ancora in vantaggio

Che sia stata condizionata dagli interminabili negoziati fra Grecia e creditori, o dal crollo e repentino recupero della Cina, o ancora dal blocco della borsa di New York; sta di fatto che il risultato finale è stata una enorme volatilità, ma una direzionalità pressoché nulla. Come era lecito attendersi, l'opzione put sullo SPY base 205 ha agito da calamita per le quotazioni del sottostante, che ha terminato la discesa a 205.54 dollari: un elemento a favore dei Tori. Tuttavia i rally sono stati contenuti dall'area 207-208, che ha contenuto il mercato fra maggio e la prima metà di giugno, e adesso agisce da resistenza.
Oggi inizia la settimana di scadenze tecniche mensili di luglio, e lo scenario è immutato rispetto alle precedenti settimane. Nello specifico, una massiccia accumulazione di opzioni put sotto i correnti livelli degli indici principali può esasperare i movimenti di breve periodo. Il tutto dipenderà dalla capacità della Cina di confermare il recente recupero, dopo l'intervento del governo per arginare le vendite; senza considerare l'evoluzione della situazione in Grecia. La signora Yellen dovrebbe rilasciare la sua testimonianza semestrale a metà settimana, mentre sono attese decisioni da parte delle banche centrali di Giappone e Cina, e il rilascio degli utili da parte delle principali banche USA. Venerdì il Chair della Fed ha confermato che ci sarà probabilmente un aumento dei tassi quest'anno: il mercato ha reagito senza scomporsi, confermando che ha già prezzato questa eventualità.
Dal momento che la settimana si preannuncia densa di appuntamenti, non ci meraviglierebbe la persistente formazione di gap verso l'alto o verso il basso, come abbiamo assistito nelle ultime due settimane.
Dal punto di vista tecnico, i Tori sono ancora in vantaggio con lo SPY che si colloca sopra i principali livelli di supporto. Inoltre, emerge sempre più chiaramente la presenza di venditori di volatilità, con il VIX che scivola verso i livelli di fine 2014. Chi vende le put sull'indice e sugli ETF genera un ambiente favorevole per il mercato. Un break verso l'alto di quota 19.20, o verso il basso di quota 15.50 sancirà con ogni probabilità la direzione di mercato delle prossime settimane. Per il momento, il trading range volatile è ancora dominante.
L'oscillazione dello S&P dal picco di giugno al recente minimo è stata pari al 4%. Tuttavia, da metà giugno le posizioni corte sul future sul VIX sono state più che dimezzate, suggerendo che compiacenza fra gli operatori è stato drasticamente ridimensionata.
Un altro dato che colpisce l'attenzione è il sentiment degli operatori in opzioni. La media a 10 giorni del put/call ratio azionario è schizzata ai medesimi livelli che intercettarono il minimo di mercato di ottobre. Questa fiammata di pessimismo è occorsa a fronte di un mercato è che sceso di appena il 4%: meno della metà del ribasso che condusse al minimo dello scorso autunno.
Sebbene nel breve periodo persistano fattori di rischio, il sentiment gioca a sfavore degli Orsi, dal momento che il ridimensionamento di questo pessimismo può generare le condizioni per un rimbalzo di notevole portata; esattamente come visto fra ottobre e novembre dello scorso anno.

* Todd Salamone per Schaefferresearch.com

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...