Perché le large cap stanno battendo le small cap

- 15/04/2019
La scorsa settimana mi sono soffermato sugli investitori che hanno completamente ignorato il bull market; quando non ci si sono messi contro: mi riferisco in particolare ai fondi di investimento. Alcuni, stando a quanto riportato dagli organi di stampa, si sono addirittura posizionati al ribasso. Che sia il rapporto contenuto fra scommesse bearish e scommesse bullish dei fondi hedge quando se ne misura il posizionamento, ovvvero il fatto che l'indice di categoria da inizio anno sia in ritardo di oltre 700 punti base rispetto al benchmark; è chiaro che i fondi speculativi sono o sottopesati o addirittura posizionati dal lato sbagliato. È evidente che se mai dovessero maturare l'esigenza di colmare il divario accumulato, l'impiego della copiosa liquidità accumulata per comprare azioni, finirebbe per far decollare il mercato: spingendo lo S&P500 a nuovi massimi storici.
E dire che, stando ad un recente sondaggio di JP Morgan, è raddoppiato il numero di investitori che pianificano di intervenire sul mercato azionario per il tramite dei fondi hedge. Ciò non fa altro che sottolineare la persistenza di un clima di cautela nell'universo degli investitori.
Detto questo, se è vero che i fondi speculativi non sono attivi sul lato long, è altresì vero che in alcuni contesti stanno ricoprendo le posizioni corte, aggiungendo short in altri. Ad esempio, stando a quanto riportato qui in alto, si rileva attività di ricopertura sulle società dello S&P500. All'opposto, le posizioni corte sulle società del Russell 2000 restano immutate e prossime ai massimi del 2017. Questo contribuisce a spiegare perché le prime abbiano fatto meglio delle seconde nelle ultime settimane.
A proposito di S&P500, venerdì l'indice ha avuto il suo primo approccio con quota 2900 punti. La storia è dalla parte dei Tori ma con l'imminente scadenza mensile delle opzioni, i venditori delle call 290 base 2900 punti scadenza Aprile sullo S&P, potrebbero tentare di prevenire che lo SPY si mantenga fino a giovedì sopra i 290 dollari. Detto questo, ad appena 85 mila contratti in essere l'Open Interest è piuttosto scarno rispetto all'accumulazione di 2-300 mila contratti che di solito si registra sulle opzioni put. Ciò implica che un tentativo in tal senso è destinato a non avere grande successo, a meno che i volumi si assottiglino sensibilmente; come potrebbe pur essere in una settimana sottile come quella corrente.
La buona notizia per i Tori è che se le vendite dovessero manifestarsi, non saranno esacerbate da massicce posizioni in put che alimentino il fenomeno del delta hedging; come abbiamo visto a dicembre in occasione della settimana di scadenze tecniche.