Wall Street
Perché possiamo escludere un forte ribasso

Gli investitori non sono granché scossi dall'enorme incertezza geopolitica che circonda il mercato. La scorsa settimana abbiamo assistito al rilascio di una serie di dati di bilancio, nonché alla pubblicazione del dato settimanale sui sussidi di disoccupazione, più basso da febbraio 2006; ma anche questi dati non hanno smosso più di tanto il mercato. Con la volatilità di nuovo scesa ai minimi termini, lo S&P ha chiuso la settimana sostanzialmente invariato dopo essere salito per buona parte dell'ottava.
Ciò lascia immutato lo scenario descritto. L'area fra 1980 e 2000 punti continua contenere l'indice S&P, mentre il supporto a 1950 punti ne contiene le correzioni. C'è soltanto un aspetto che vorrei evidenziare: giovedì il mercato ha realizzato un nuovo massimo storico, con l'RSI spintosi fino a 61 punti. Sebbene il mercato non sia propriamente in ipercomprato, emerge una prepotente divergenza bearish.

L'RSI non ha confermato il nuovo massimo dello S&P e segnala una spinta in affievolimento. Lo stesso tipo di divergenza si registra sul QQQQ, l'ETF sul Nasdaq 100. Bisogna precisare che negli uptrend robusti, un simile comportamento non prelude necessariamente ad un'inversione di tendenza.
Un altro dato che vorrei condividere è di natura stagionale. Negli ultimi 50 anni il bimestre agosto-settembre è stato l'unico con un ritorno medio negativo. E mancano pochi giorni al mese di agosto...

La debolezza in particolare è concentrata ad agosto, di gran lunga il peggior mese dell'anno negli ultimi 20 anni.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...