Wall Street
Pressione sulle basi put sullo SPY

I principali indici hanno abbattuto i supporti, a fronte di un pessimismo montante, stando a quanto riporta il mercato delle opzioni. La media a 10 giorni del put/call ratio azionario continua a crescere, dopo aver conseguito un minimo a fine settembre poco dopo la riunione del FOMC. Come ho rilevato una settimana fa, quando simili livelli di pessimismo sono coincisi con i minimi di mercato, tipicamente per un investitore l'ingresso sul lato long comporta rischi misurati.
Venerdì lo SPY, l'ETF sullo S&P500, è entrato ufficialmente in territorio correttivo. Colpa delle azioni del FAANG, in particolare di Amazon e Alphabet. Il ripiegamento dai massimi in misura superiore al 10%, avvenuto dopo soli 26 giorni, è stata la naturale conseguenza delle vendite che si sono abbattute sulle momentum stock. Anche a febbraio sperimentammo una correzione, con la rilevante differenza che allora l'argine rappresentato dalla media mobile a 200 giorni resse. Ora vedremo se l'ETF riuscirà a mantenersi sopra la media mobile a 320 giorni, che contenne il mercato in occasione della correzione del 2014.
Esaminando la configurazione delle posizioni aperte in opzioni, si può notare come le vendute intraday abbiano indotto l'abbattimento della base 265 dollari. L'Open Interest qui era considerevole, e i venditori delle put hanno probabilmente venduto il future sull'indice nel tentativo di coprirsi. Se ciò fosse avvenuto sulla scadenza novembre, probabilmente le vendite sarebbero risultate ancor più intense. Qui infatti le basi sono affollate fino a quota 255 dollari. Per cui, in ultima analisi se la media di lungo periodo a 264 dollari non dovesse tenere, questa soglia fungerebbe da calamita man mano che procediamo verso le scadenze tecniche di novembre.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...