Wall Street
Quella barriera a 2400 punti di S&P500

I media nei giorni passati hanno proposto diversi temi: dalle elezioni francesi alla minaccia nucleare nordcoreana, per arrivare alla politica di Washington, dove ha tenuto banco la riforma della sanità proposta dalla nuova amministrazione. La conferma di Macron non ha smosso molto le borse, ma ha contribuito a ridurre lo spread sui dieci anni fra i bond di Francia e Germania, con l'euro che ha consolidato i guadagni. Anche il FOMC ha catturato l'attenzione. La signora Yellen affronta lo spiacevole compito di normalizzare i tassi di interesse, in un contesto ricco di incertezze.
Da alcuni mesi si perpetua uno schema: le resistenze entrano in gioco subito dopo un aumento dei tassi di interesse: è occorso a dicembre, e poi a marzo. Il 1° febbraio la Fed si è riunita, senza però aumentare i tassi: ci avviamo dunque ad un nuovo rally di mercato? o forse gli investitori sono frenati dalla virtuale certezza che il FOMC inasprirà nuovamente il costo del denaro a giugno?
Nel breve termine le resistenze appena sotto i 2400 punti continuano a contenere il mercato. Occorrerà una robusta dose di dati macro migliori delle attese, per forzare la resistenza. I dati sull'occupazione di venerdì sono stati un discreto antipasto, ma permane un massiccio posizionamento sulle opzioni call base 240 scadenza maggio, che conterranno il mercato per le prossime due settimane scarse: si tratta del più consistente Open Interest da ottobre 2016. Non fu un caso che il mercato risultò disturbato, quel mese.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...