Wall Street
Scadenze tecniche trimestrali: insidia o opportunità?

Chi ha investito nelle società tecnologiche americane, può non aver percepito il ripiegamento fatto registrare di recente dal mercato azionario, con lo S&P che ha ceduto terreno per cinque sedute di fila, dopo aver raggiunto un apprezzamento del 20% rispetto allo scorso anno, e del 300% in dieci anni. L'indice ha toccato persino la simbolica soglia dei 4500 punti, prima di fare marcia indietro.
Colpa si direbbe del tri-star doji: una configurazione candlestick che ha fatto capolino già a gennaio, febbraio e fine aprile: si tratta di tre sedute consecutive dalla chiusura sostanzialmente allineata. Quando questo pattern si è concretizzato in precedenza, l'indice azionario USA ha sperimentato un'escursione dalla parte superiore a quella inferiore del canale entro cui si muove da ormai quasi un anno. Se Wall Street ripetesse il copione, dovremmo orientare la nostra attenzione questa settimana verso quota 4475 punti: il doppio del minimo di marzo 2020 ed il confine inferiore del canale. Sotto, interverrebbero a supportare le medie mobili a 50 e 80 giorni, passanti rispettivamente per 4425 e 4350 punti.

Un fattore potenzialmente avverso, riguarda la stagionalità negativa del mese di settembre, benché trovi irritante che quasi tutti l'abbiano fatto notare (in effetti la settimana di scadenze tecniche negative di settembre è stata positiva in 20 degli ultimi 30 anni, NdT).
Un'occhiata alla configurazione delle opzioni in scadenza sullo SPY, il popolare ETF sullo S&P500, evidenzia l'assenza di concentrazioni di posizionamento, tali da indurre fiammata di volatilità.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...