Settore Industriale: novanta giorni di tregua?

- 06/12/2018
“Il numero 90 nella smorfia rappresenta ‘a Paura (La paura). Il 90 è la paura stessa, quella sensazione che ci si augura di non provare mai, ma che è una compagna fedele. Il 90 è la paura di non veder mai cambiare la propria vita, è l’euforia del tentare, l’amarezza del dover tentare ancora, ma è anche la felicità di aver vinto. Il 90 è la smorfia.” (tratto da La Smorfia).
Un caso? Forse, ma USA e Cina si danno 90 giorni di tregua…
Il settore Industrial all’interno dell’indice S&P 500 pesa “solo” il 9.43%. Sono 70 i nomi rappresentati e tra i più importanti citiamo Boeing, Caterpillar, Deere & Co., FedEx, General Dynamics e General Electric.
La correlazione tra questo settore e l’indice di riferimento S&P 500 è elevata; si capisce, quindi, quanto determinanti possano diventare questi 90 giorni per il futuro del mercato azionario in generale.
A sinistra il rapporto in termini di performance tra l’Industrial e l’indice S&P 500 su 5 anni, a destra da inizio anno.
Il quadro tecnico rimane caotico, ma cominciano ad esserci dei segnali di miglioramento. In particolare il money flow è tornato in positivo dal 12 novembre e vi è un chiaro miglioramento del momentum, ma l’indice negozia sempre sotto le medie mobile a 50 e 200 periodi (solo il 40% dei titoli negozia sopra la media a 200). In termini di azione del prezzo vi è parecchio lavoro da fare.
Analizzando in profondità la composizione di questo indice si nota come, da inizio anno, 27 nomi fanno segnare, comunque, una performance positiva complessiva del 17.05% (molto bene United Continental, UAL, con +43.47%), mentre i 43 perdenti fanno segnare -14.24% (spicca GE con -57.02%).
È interessante notare l’impostazione tecnica di un portafoglio composto dai titoli che da inizio anno stanno avendo una performance negativa rispetto ad un portafoglio composto dai best performers, questi ultimi mostrano un trend chiaramente positivo. Un altro dato molto interessante sta nella interpretazione dei dati relativi al trend degli EPS, crescente in ambedue i portafogli, ed ai tassi di crescita attesi, sempre degli EPS: per i worst performers risultano essere in contrazione; questo dato ha, probabilmente, contribuito al differente risultato conseguito fino al 30 novembre.