Sfondati i supporti. E ora?

- 14/10/2014
I supporti di cui ci siamo occupati la scorsa settimana non hanno retto per molto. Le persistenti difficoltà economiche in Europa, i dati macro deludenti in Germania sono i principali artefici di questo ribasso. Ma anche una Fed ondivaga ha contribuito all'incertezza, cagionando un aumento della volatilità e un ribasso del mercato azionario.
Ad esempio, ci sono sintomi nelle minute del Federal Open Market Committee (FOMC), secondo cui la banca centrale temerebbe il dollaro forte e il rallentamento globale, il che ha indotto il mercato a rivedere le aspettative di aumento dei tassi per la fine del prossimo anno. Giovedì, tuttavia, esponenti della Fed hanno sottolineato che gli operatori hanno male interpretato; il che ha fatto schizzare la volatilità, e precipitare le azioni.
Il VIX si è spinto oltre il massimo di agosto, spingendosi oltre la potenziale resistenza a 17.21 punti. Ciò ha spinto l'indice della volatilità a raggiungere i 20.56 punti: il doppio del minimo di quest'anno. I Tori possono soltanto sperare che si approssimi un top, con quota 24 che rappresenta il doppio del minimo di settembre a 12.11 punti (quando lo S&P raggiunse il massimo storico), con quota 25 che rappresenta la base dove si annida la maggior parte delle posizioni aperte sul mercato a termine.
Con i gestori attivi di portafoglio che hanno ridotto l'esposizione in azioni ai livelli più bassi dal 2012, lo S&P ha abbattuto la sua media a 140 giorni, che contenne il minimo di febbraio; nonché una trendline che connetteva i minimi crescenti sperimentati da giugno 2013. Ciò evidenzia una potenziale resistenza in area 1950 punti, in caso di rimbalzo del mercato.
Nel frattempo si approssima la scadenza di ottobre, e non possiamo fare a meno di notare l'enorme posizione aperta sulla opzione put base 190 dello SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY): si tratta di oltre il doppio rispetto alla base 195 sempre scadente ad ottobre. Con l'indice che si avvicina a quota 1900 punti sempre più venditori di put sono costretti a shortare l'indice per neutralizzare la posizione. Si tratta del cosiddetto "Delta hedge", di cui abbiamo già parlato in passato. Ecco perché il break di quota 1900 punti sullo S&P è in grado di alimentare ulteriori vendite da panico, fino a quando la copertura è completata. È chiaro che se quota 190 dollari dovesse essere recuperata, le vendite short sarebbero immediatamente ricoperte.
La scorsa settimana ammettemmo come un rischio sarebbe stato quello di vedere estremizzarsi le esistenti posizioni negative. È stato così per i gestori interpellati dalla National Association of Active Investment Managers (NAAIM), che ha ridotto drasticamente l'allocazione in azioni, scesa al livello più basso dai minimi del 2012. Questo riposizionamento può essere una reazione al crollo delle small cap. Da un lato, tale estremo potrebbe risultare bullish in termini contrarian; ma se non si manifesterà alcuna reazione del mercato, il denaro parcheggiato in liquidità potrebbe essere congelato e seguito da altro denaro degli incerti.