Sullo S&P si va verso il trading range

- 05/03/2018
Dopo il vistoso rally di gennaio, che ha portato lo S&P a guadagnare più del 7% in prossimità del massimo del 26 gennaio, i timori di inflazione hanno alimentato una correzione, esacerbata dallo smantellamento di posizioni short sulla volatilità. È seguito un rally "a V", che ha portato ad un nuovo picco di 26: febbraio, questa volta. La prima testimonianza di Powell al Senato e l'annuncio di dazi su acciaio e alluminio da parte dell'amministrazione Trump, hanno rialimentato le vendite.
La flessione degli ultimi giorni ha spinto lo S&P sotto il livello di chiusura del 2017, che a fatica ha agito da sostegno. Al contempo, i seguaci dei livelli di Fibonacci avranno rilevato che a 256.39 dollari di SPY il ribasso ha ritracciato il 61.8% del rialzo dal minimo dell'8 febbraio al successivo massimo del 26. Senza considerare che ci troviamo su quotazioni coincise con il livello vantato quando la Fed ha aumentato i tassi a dicembre.
Mi aspetto nelle prossime settimane uno SPY fra 265 e 267 dollari, corrispondenti a 2650-2670 punti di S&P500. L'eventuale fuoriuscita da questo range alimenterà la direzionalità verso il basso o verso l'alto. In verità queste soglie sono già state superate ad inizio febbraio; ma la circostanza fu senza dubbio favorita dalle vendite da delta hedging.
* Todd Salamone per Schaefferresearch.com