Uno sguardo al settore americano dell'energia

- 29/11/2018
La prima importante considerazione che devo fare é che spesso il settore Energy viene identificato con il settore petrolifero: questo è un errore di fondo, comune anche tra i professionisti. Il mercato è suddiviso in settori e industrie. Questi termini vengono, spesso, usati in modo interscambiabile per descrivere un gruppo di società che operano nello stesso segmento dell'economia. In realtà “settore” e “industria” hanno in borsa significati diversi: un settore si riferisce ad un ampio segmento dell'economia, mentre il termine industria descrive un gruppo molto più specifico di aziende e della loro attività. In sintesi il settore fa da contenitore all'industria.
L'indice S&P 500 è, ad oggi, composto da 11 settori ufficiali e riconosciuti. Tra questi vi è il settore Energy. Come sempre l'investitore si può avvalere del relativo ETF qualora volesse ottenere una esposizione nel settore in questione.
L'ETF XLE, tracking dell'indice S&P 500 Energy, ha un peso del 5.51% (fonte) ed attualmente comprende 29 società. Tra le più importanti e conosciute vi sono Exxon Mobile (XOM), Chevron (CVX), Schlumberger (SLB) e Halliburton (HAL).
Il primo grafico che propongo è l'analisi dell'ETF in questione attraverso la tecnica dei Point & Figure. Una delle caratteristiche più interessanti che l'approccio P&F offre sta nella identificazione immediata, priva di valutazioni ed interpretazioni soggettive, dei livelli di resistenza e di supporto: $ 78 resistenza e $ 60 supporto. Attualmente l'azione del prezzo è critica, in quanto si posiziona a ridosso della bullish trendline e non lontano dal supporto. La violazione dello stesso comporterebbe una ulteriore discesa con target in area $ 50 circa. Sui 29 titoli analizzati ben 28 negoziano, attualmente, sotto le medie mobili a 200 e a 50 periodi, mentre solo un nome, Cabot Oil & Gas Corporation (COG), quota sopra le rispettive medie. Per ottenere un quadro completo bisogna analizzare due sotto gruppi importanti, quali sono il comparto OIL ed il comparto OIL Services.
Nel primo comparto (OIL) vi sono nomi quali Chevron ed Exxon, per citare i due più noti; mentre nel secondo (OIL Services) troviamo Schlumberger ed Halliburton (per citare, anche qui, due tra i più noti). Come sempre l'esposizione si può ottenere utilizzano l'ETF XOP (OIL) e l'ETF XES (OIL Services). A livello di profondità entrambi i comparti indicano dati considerati “washed out”: per entrambi le ultime letture del Bullish % Indicator sono di 18% e 20% rispettivamente, mentre il Positive % Indicator si posiziona al 22% ed al 20%.
L'analisi della partecipazione della clientela istituzionale, effettuata tramite l'indicatore Chaikin Money Flow, è negativa, rafforzata da un altro indicatore di partecipazione quale è l'Accumulation/Distribution Rating, anche esso sempre negativo.
Questo dato associato con quanto descritto sopra suggerisce che non vi è, al momento, nessuna necessità di dover anticipare una eventuale entrata nel settore Energy, in generale, e nei due comparti OIL e OIL Services indicati. L'analisi dei settori è uno strumento importante sia in termini di allocazione delle risorse, sia in termini della gestione dinamica del rischio.
Da inizio anno i tre ETFs fanno segnare i seguenti risultati: XES -29.83%; XOP -12.59%; XLE -11.56%.
La gestione dinamica permette, come detto, di ottimizzare sia il risultato sia l'efficienza di un dato portafoglio. Il “Provided Portfolio” è un portafoglio costruito attraverso l'allocazione identica dei 10 settori americani. Il “Maximum Sharpe Ratio Portfolio”, invece, ottimizza il portafoglio iniziale in funzione del ratio indicato. Come si nota non solo si migliore l'efficienza, ma si ottimizza, anche, il risultato finale.
Allocazione finale in funzione del “Maximum Share Ratio”: