Via XX Settembre
Annullati gli effetti del "contratto di governo"

È abbastanza curioso rilevare come, mentre l'economia italiana rientra ufficiosamente in recessione (ne avremo conferma alla fine di aprile), con la manifattura già reduce da un pesante ridimensionamento negli ultimi due, drammatici anni; gli investitori appaiono ben disposti a fornirci ulteriore credito.
In questi giorni, difatti, lo spread di rendimento a 2 anni fra Italia e Germania è sceso a 43 punti base. Ad agosto lo spread sulle scadenze brevi si attestava a 118pb; ad ottobre 2018 il premio pagato dal Tesoro rispetto all'omologo di Berlino, sempre sulle scadenze brevi, schizzava a 240pb: un valore drammatico.

Attualmente, la differenza fra i rendimenti di Italia e Germania si attesta ai livelli più contenuti dal 9 maggio 2018. Non sfugge come si tratti dei livelli infimi che precedettero la pubblicazione del famigerato "contratto di governo", che tanti danni ha provocato: tanto alle aspettative di famiglie ed imprese, con un crollo della fiducia da cui non ci siamo ancora del tutto ripresi; quanto allo stato delle nostre finanze pubbliche.
Questo dato consentirà un certo risparmio nel conto interessi sul debito pubblico. Ci piacerebbe tanto che riflettesse al contempo il miglioramento delle prospettive di crescita del nostro Paese. Così invece evidentemente non è. Casomai, la contrazione dello spread finisce per riflettere la recessione tedesca in atto, e la difficoltà di gestire l'eredità lasciata dal cancellierato Merkel.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...