Via XX Settembre
Virtù e vizi dello spread italiano

Normalmente si osserva il premio pagato dai titoli governativi italiani in termini di rendimento, rispetto ai Bund tedeschi di analoga durata; per avere una misura rapida ed immediata della cangiante rischiosità dei BTP rispetto ai partner europei.
Ma sarebbe più definitivo soffermarsi anche sugli spread di rendimento del Belpaese rispetto alle altre economie continentali: segnatamente, Francia e Spagna. Qui la compressione del differenziale risulta ancora più considerevole: con Roma che paga adesso appena 24 punti base - meno di un quarto di punto percentuale - in più rispetto a Parigi, e 28 punti base rispetto a Madrid.

Non dovesse risultare abbastanza chiaro, per la variabile ItaFra si tratta del margine più esiguo perlomeno dal 2007, mentre nei confronti della Spagna la maggiorazione di rendimento pagata sui dieci anni risulta la più contenuta dal 2016.
Abbastanza per provare un sentimento di gratificazione per il riconoscimento assegnato dai mercati, sebbene non vada dimenticato che:

1) si tratta della differenza fra due valori: lo spread essendosi ridimensionato soprattutto per la dinamica meno brillante dei rendimenti nel resto dell'Eurozona, non certo perché siano scesi in Italia;
2) in effetti in Italia lo yield raggiunto inizia a creare un fastidioso flesso verso l'alto nella spesa per interessi sul debito pubblico. Il che può costituire un problema per la sostenibilità del debito nel momento in cui la crescita nominale dell'economia dovesse risultare inferiore.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...