Cosa spiega il rialzo dei rendimenti dei bond?
- 25/11/2024
Il FOMC di settembre ha impattato drammaticamente sulle quotazioni dei titoli di Stato. Soltanto, non nella direzione attesa ed auspicata dai più: con i rendimenti che hanno iniziato a puntare verso l'alto. Obiettivamente, le aspettative erano malriposte, se si considera che dopo l'inaugurazione degli ultimi sei cicli monetari distensivi negli Stati Uniti; soltanto tre volte gli yield obbligazionari hanno svoltato verso il basso. Non una grande idea quella di una strategia basata sul 50% di probabilità.
Certo l'aumento dei rendimenti nominali è senza precedenti: +75 punti base, praticamente tre quarti di punto percentuale, maturati dalla vigilia della riunione di settembre del braccio operativo della Fed. Evidente il timore di una mossa azzardata, in grado di risvegliare un'inflazione ancora non del tutto vinta.
La scomposizione del rendimento nominale del T-Note decennale però rivela un'altra verità. Dei citati 75 punti base di aumento dello yield a 10 anni, soltanto 24 - meno di un terzo - sono riconducibili ad un ispessimento delle aspettative inflazionistiche: in effetti piatte da quaranta giorni a questa parte. I restanti due terzi invece sono dovuti ad un aumento dei rendimenti reali: +51 punti base, mezzo punto percentuale in più in poco più di due mesi, a questo punto presumibilmente per effetto di un netto miglioramento della congiuntura economica americana.
In effetti i profeti di catastrofici economiche imminenti si sono saggiamente defilati di recente: niente più recessione, con il PIL americano destinato anche in questo trimestre a crescere addirittura più del saggio potenziale, stimato a +2.5% trimestrale annualizzato.