T-Bond e Notes
Cosa sta determinando l'aumento dei tassi di interesse?

Nonostante il contenimento continuo congegnato dalla Federal Reserve, i rendimenti dei titoli di Stato americani negli ultimi tre mesi hanno inaugurato una pendenza crescente, che la passata settimana ha condotto addirittura al superamento di uno spartiacque chiave come la media mobile a 200 giorni.
Le aspettative inflazionistiche in queste settimane sono risalite: dopotutto, assecondando un desiderata dei banchieri centrali, che in questo modo intendono rilanciare la congiuntura economica: un aumento dell'inflazione, a fronte della repressione prodotta sulla curva dei rendimenti, comprime i tassi reali e rilancia l'economia.

Peccato che nel frattempo stia salendo anche la componente reale dei tassi di interesse. I rendimenti nominali crescono ora non più per allinearsi all'incremento delle aspettative inflazionistiche; ma anche per prezzare un maggior "premio" richiesto dai detentori del debito.
I rendimenti reali restano comunque eccezionalmente negativi, sebbene in risalita. Ma con le aspettative inflazionistiche che sembrano convergere verso il 2.0%, ci si chiede fino a quando i creditori saranno disposti a tollerare questa perdita di valore reale del loro investimento, prima di invocare tassi nominali ben più elevati di quelli correnti.
In altre parole: fino a quando reggerà la diga issata dalla Fed, e quando deflagherà la bolla del mercato obbligazionario?

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