Anche questa volta eviteremo la deflazione

- 22/06/2020
Il crollo del petrolio della scorsa primavera ha ridimensionato le aspettative inflazionistiche in tutto il mondo; nonché, ovviamente, le misure ufficiali calcolate mensilmente dagli istituti nazionali di statistica. In Europa l'indice armonizzato HICP è passato dal +1.3% di gennaio al -0.04% di maggio: inflazione non esistente nell'area Euro. Un dato persino confortante, visto che nel 2015, quando analogamente il greggio subì un crollo - questa volta per effetto di una contrazione della domanda - la dinamica dei prezzi al consumo nell'Eurozona risultò persino più severa.
In effetti sussiste storicamente una ben netta e prevedibile correlazione fra l'andamento dell'indice dei prezzi al consumo (variazione annuale; linea azzurra nella figura in basso) e la variazione annuale del petrolio varietà "Brent del Mar del Nord" (quotazione in euro; linea nera, scala di sinistra).
Questo dovrebbe risultare di conforto per le autorità monetarie del Vecchio Continente; perché, la risalita del tasso di variazione annuale del petrolio, pur persistendo valori pesantemente negativi, dovrebbe contribuire a partire da giugno alla risalita dell'indice dei prezzi al consumo: dai correnti valori nulli a livelli meno preoccupanti. Insomma probabilmente anche questa volta eviteremo la formale deflazione. Anche se il target del 2.0% fissato dalla Banca Centrale Europea resta sideralmente distante: e ciò persuaderà Lagarde e soci a continuare sulla strada della politica monetaria straordinaria fino al conseguimento dell'obiettivo ufficiale.