Il downtrend dell'inflazione in Italia

- 22/01/2018
Il Quantitative Easing ha avuto l'effetto - il merito, per uno stato debitore come il nostro - di innalzare l'inflazione ufficiale in Italia: salita dal -0.6% di gennaio 2015 al +1.9% di aprile dello scorso anno. Quando abbiamo avvicinato la parete superiore del canale discendente in essere dall'inizio degli anni Novanta. Una dinamica incoraggiante, spezzata però dal ridimensionamento dei mesi successivi: come mostra la figura in basso, l'indice dei prezzi al consumo calcolato dall'OCSE è tornato sotto il punto percentuale, alla fine del 2017.
Questo indica che le pressioni deflazionistiche sono state soltanto interrotte; non abbattute. Malgrado la crescita delle quotazioni petrolifere - il Crude Oil è quasi raddoppiato negli ultimi due anni - l'inflazione stenta a decollare in Italia. Non è una granché bella notizia perché il debito pubblico non cresce se la crescita nominale del PIL (crescita reale, più appunto inflazione) si mantiene al di sopra del costo medio del debito pubblico; attualmente fermo al 3%. In caso contrario, occorre conseguire un surplus di bilancio primario per spezzare la dinamica crescente del rapporto fra debito e PIL.