Europa
Il rimpianto per la Germania

La congiuntura economica in Italia perde colpi, e il tasso di crescita reale del PIL non è più quello, apparentemente radioso del primo trimestre e degli ultimi anni. Ci sono vari fattori, discussi in ultimo nell'aggiornamento di metà anno del 2023 Yearly Outlook, al pari delle prospettive per i prossimi trimestri.
Ma fra le varie concause, non si può fare a meno di citare un aspetto, esogeno, spesso stigmatizzato da osservatori superficiali (per non dire viziati da home bias), e che ora subiscono una severa legge del contrappasso.
Piaccia o no, l'Italia da anni è un hub manifatturiero, una filiale produttiva della Germania. Quando la prima economia dell'Eurozona tirava la carretta, grazie al costo contenuto delle fonti di energia, alla relazione simbiotica con la Cina, al basso costo del lavoro e alla scarsa concorrenza subita dal concorrente Giappone; il Belpaese beneficiava nella sua produzione industriale.
Ora che il gas naturale non è più a buon mercato, che si è esaurita la funzione stabilizzatrice dell'immigrazione dall'Est Europa, che Pechino è in crisi di identità e che il Giappone mette finalmente da parte trent'anni di deflazione; la crisi della manifattura tedesca si riverbera negativamente sull'Italia.

La correzione fra PMI manifatturiero tedesco (linea nera, scala di sinistra) e variazione annuale della produzione industriale in Italia (linea azzurra, scala di destra; il dato di luglio è al momento stimato) è evidente. Provvidenzialmente, si è un tantino allentata dall'invasione dell'Ucraina in avanti: un solco sempre più ampio, con la caduta della produzione industriale in Germania che genera un zavorramento per fortuna men che proporzionale in Italia.
I nostri spiriti animali sono più vivi e vegeti di quanto paventato? può darsi. La resilienza richiederebbe un esame più approfondito. Certo è che difficilmente i mal di pancia dell'industria italiana verranno meno, prima che la Germania ritrovi il cammino della ripresa. Con un PMI manifatturiero per il secondo mese di fila sotto i 40 punti, però, quel momento non si scorge ancora all'orizzonte.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...