Europa
Italia contro Francia: vince la produttività

Si fa un gran parlare del debito pubblico italiano e della sua sostenibilità. E si invoca, quasi come autoassoluzione, il riferimento francese: dove il deficit di bilancio in effetti, al 2.5% del PIL non è così basso in confronto al nostro. Vero. Ma si sorvola sue due aspetti non trascurabili.
Anzitutto il cumulo dei deficit precedenti ha condotto ad un rapporto fra debito e PIL che, per quanto elevato, rimane ancora a doppia cifra percentuale: stabile nel 2018 al 98.4% rispetto all'anno precedente. Il nostro a dicembre ha raggiunto un nuovo massimo storico al 132.2% e, secondo tutte le proiezione, è destinato quest'anno ad impennarsi fino al 135%. Il rischio che sfugga al controllo è concreto.

Soprattutto per via della bassa crescita economica. Dipendente, come ormai tutti sanno, dal potenziale economico esprimibile; a sua volta rappresentato dal ritmo di espansione della forza lavoro e della produttività. E qui si scorgono le differenze fondamentali fra Parigi e Roma.
Perché, come mostra la figura, per tutti gli ultimi tre lustri il tasso potenziale di crescita dell'economia transalpina ha surclassato il ritmo potenziale di crescita dell'economia in Italia. Si contano un paio di sparute, misurate eccezioni. È sin troppo evidente come una migliore dinamica di crescita contribuisca a favorire nel lungo periodo la sostenibilità del debito. Merito soprattutto di un tasso di crescita della produttività: al +0.7% annuale in Francia, a fronte del +0.1% su cui può contare l'Italia.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...