L'Europa è davvero in deflazione?

- 25/03/2014
Sul piano formale, non vi è dubbio: l'indice armonizzato HICP dei prezzi al consumo, con esclusione del tabacco, segna un mesto +0.6% per i dodici mesi terminati a febbraio. Gli fa eco il CPI core, calcolato dall'OCSE per l'area Euro, attestatosi all'1% secondo l'ultima rilevazione mensile; peraltro, in recupero da due mesi rispetto al livello depresso (+0.7%) toccato a dicembre. Dunque dobbiamo rassegnarci ad una crescita stagnante dei prezzi al consumo, che altrove efficacemente è stata battezzata "flat-flazione"? non è detto...
Il grafico in alto mette a confronto l'indice HICP dei prezzi al consumo (verde, scala di destra), con la variazione annuale del CRB Index (rosso, sinistra). Le due serie storiche combaciano piuttosto fedelmente: un modo come l'altro per dire che l'inflazione in Europa trova fondamento nella dinamica delle materie prime; come è ragionevole che sia.
Ma il CRB Index ha conosciuto un vistoso miglioramento negli ultimi mesi. A novembre la variazione annuale si attestava al -8%; a febbraio è salita al +3.2%. Inoltre, il minimo su questo fronte è stato registrato a maggio 2012, mentre l'HICP ha continuato a flettere, raggiungendo in solitudine nuovi minimi.
Questo per rimarcare come si sia delineata una insostenibile divergenza fra l'inflazione ufficiale e l'andamento delle materie prime. Una dicotomia che presto potrebbe essere riassorbita, con l'aumento dei costi delle materie prime destinato a riflettersi sui prezzi dei beni finali. L'inflazione in Europa si risolleverà presto dai recenti livelli infimi; e ciò sarà salutato con favore dalle economie che più risentono delle pressioni deflazionistiche: segnatamente, quelle periferiche dell'area Euro.