L'Italia sfrutterà il traino della Germania?

- 13/05/2025
La cattiva notizia è che ad aprile la produzione industriale in Italia ha conosciuto una contrazione per il 26esimo mese consecutivo. Risale a gennaio 2023 difatti l'ultimo mese che vide la variazione annuale dell'indice Istat, posizionarsi sopra l'asticella dello zero; e peraltro si trattò di un dato episodico. In effetti la crisi del settore manifatturiero perdura da due anni e mezzo, e forse non è così difficile appurarne le concause.
Una di queste è la recessione dell'industria tedesca, costretta a fare i conti con i più elevati costi dell'energia scaturiti dall'invasione dell'Ucraina, e con il superamento del paradigma economico cinese che per diversi lustri ha fatto la fortuna di Berlino.
Come mostra la figura in alto, sussiste una nitida correlazione fra la variazione annuale della produzione industriale in Italia (linea azzurra, naturalmente; scala di destra) ed il PMI manifatturiero tedesco (linea nera, scala di sinistra). Le dissociazioni sono perlopiù temporanee.
La buona notizia è che il settore tradizionale in Germania denuncia ancora una prevalenza di umori sfavorevoli, attestandosi il PMI tuttora sotto i 50 punti. Ma l'indice di diffusione è in rapida risalita, e dimostra la volontà di convergere verso l'asticella dei 50 punti. Questo dovrebbe favorire il traino della produzione industriale in Italia: una volta superato il nodo gordiano dei dazi doganali americani, la prossima estate verosimilmente dovrebbe far registrare un confortante ritorno alla crescita su base annuale del settore secondario in Italia.