Europa
L'Italia si distacca dalla zavorra tedesca?

Sembrano distanti i tempi in cui la Germania agiva da traino per tutta l'Eurozona, fornendo commesse alle manifatture periferiche, forte del suo rapporto privilegiato con una Cina affamata di infrastrutture e di conseguenza beni capitali. L'economia tedesca stenta ancora a ripartire, e così l'Italia ha fatto di necessità virtù: sfornando dati sistematicamente superiori alle aspettative.

Esemplare la variazione della produzione industriale negli ultimi dodici mesi: +1.4% in Italia a gennaio (linea azzurra, scala di destra nella figura in basso). Certo un dato per una volta inferiore alle stime della vigilia. Ma ancora una volta splendidamente difforme rispetto all'andamento dell'attività manifatturiera di Berlino (linea nera, scala di sinistra).

Fra le due misure sussiste storicamente un intimo legame: quando l'attività manifatturiera in Germania prospera, la produzione industriale in Italia si risolleva; e viceversa, quando la manifattura segna il passo oltre il Brennero. Ma negli ultimi sette mesi i due indici hanno assunto un andamento, se non divergente, certamente difforme.

Difficile credere che l'Italia abbia in così poco tempo adottato paradigmi di crescita del tutto inediti e indipendenti dal resto dell'Eurozona. Questo però mette a tacere le voci ancora oggi insistenti di chi invocherebbe alle nostre latitudini un atteggiamento più ispirato alla realpolitik alla luce dei drammatici fatti di Ucraina. La resilienza manifestata dalla nostra produzione industriale è una splendida dimostrazione della nostra capacità di adattamento.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...