Europa
La crisi francese e il (sempre più folto) Club Med

La repubblica transalpina vive un momento di particolare difficoltà sul piano economico: il deficit di bilancio tende a dilatarsi, la spesa pubblica a crescere in modo incontrollato, e l'economia a ristagnare, anche per effetto di un settore immobiliare in accartocciamento. Per sua fortuna, paga un premio (spread) molto ridotto rispetto al benchmark tedesco. Ma l'attività economica non beneficia di un costo del denaro generosamente basso. E da agosto, mostra chiari segni di debolezza, che inducono molti economisti a parlare in prospettiva di "decennio perso", ossia di crescita economica pari se non inferiore allo zero per i prossimi due lustri.

Esemplare l'andamento del PMI manifatturiero (in blue) a confronto con quello tedesco (giallo) e italiano (verde). Il Purchasing Manager Index si muoveva tipicamente in linea con il barometro dell'attività economica in Germania; ma da agosto in avanti il German PMI ha puntato verso l'alto, mentre il France PMI ha svoltato drammaticamente verso il basso. Collocandosi oltretutto ben al di sotto di quello italiano. Notevole il divario fra Francia e Germania da questo punto di vista: oltre 5 punti.
Ancora più notevole la perdita di posizioni nel settore dei servizi:

Se all'inizio dello scorso decennio il PMI non manifatturiero della Francia si collocava oltre 10 punti sopra l'omologo tedesco; dopo dodici anni la situazione si è interamente rovesciata, e il PMI Servizi di Parigi si colloca quasi 12 punti al di sotto del PMI Servizi di Berlino. Drammatica la perdita di posizioni fra i due stati core per antonomasia dell'area Euro.
Un PMI così disastroso suggerisce un PIL in Francia vicino al -1% nel primo trimestre. A questo punto ci si chiede: quando si accorgeranno i mercati che la Francia è socio sempre più effettivo del Club Med?

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