Per l'Italia un secondo semestre all'insegna della ripresa

- 14/04/2021
Dalla polvere all'altare. In dodici mesi, l'attività manifatturiera nel Belpaese è passata da una condizione di profonda prostrazione, ad un recupero che ha spinto il PMI ai livelli più elevati degli ultimi dieci anni. Rispetto ad un anno fa la produzione industriale evidenzia ancora un disavanzo (-0.6% a febbraio), ma le ultime settimane dovrebbero aver consentito di colmare il divario rispetto ai volumi di output di fine 2019.
Soprattutto, c'è motivo per confidare in una estensione del rimbalzo manifatturiero nella seconda metà dell'anno. È la fiducia della imprese - meglio: del settore privato - a lasciarlo ipotizzare. Gli indici diffusi mensilmente dall'ISTAT evidenziano umori ancora sotto tono da parte delle famiglie, mentre la confidence delle imprese svetta ai massimi degli ultimi tredici mesi.
È il confronto fra queste due misure a fornire indicazioni incoraggianti. Come mostra la figura in basso, la differenza fra gli indici di fiducia delle imprese, e delle famiglie (linea nera, scala di destra), tende ad anticipare tipicamente di sette-otto mesi il PMI manifatturiero (linea azzurra, scala di sinistra).
In altre parole, a picco dello "spread di fiducia" segue picco del PMI. I massimi sul primo fronte di aprile 2015 e maggio 2017, hanno anticipato di otto mesi il successivo massimi del PMI manifatturiero.
Sicché i massimi raggiunti all'unisono dalle due misure di recente fanno ben sperare: perché anche se l'indicatore in nero svoltasse immediatamente verso il basso, ciò non ostacolerebbe l'ulteriore crescita del barometro dell'attività manifatturiero, fino alla fine dell'anno.
Per l'economia i prossimi mesi saranno confortanti.