Europa
Perché l'Italia ha fatto blink davanti alla Commissione?

La vistosa caduta dei rendimenti pubblici italiani nelle ultime settimane è stata salutata con favore dai simpatizzanti dell'attuale governo, ma non è affatto merito dell'operato (iniziale) di Palazzo Chigi. Al contrario.
Quando il governo ha adottato inizialmente il braccio di ferro nei confronti dei controllori della salubrità dei conti pubblici italiani, i tassi di interesse in Italia si sono impennati: riflesso condizionato del timore dei nostri creditori di vedere svalutato il proprio investimento.
Ma i tassi del resto d'Europa, no. Al contrario, hanno continuato la loro inclinazione discendente, generando sgomento e incredulità fra gli operatori economici (famiglie e imprese) italiani, e scavando un solco fra la crescita tricolore e quella dell'Eurozona.

Il bluff non ha funzionato. Evidentemente l'intento iniziale era quello di generare il caos in Europa, creando un contagio che avrebbe indotto i nostri partner ad accettare il disordine nei conti di un membro influente come l'Italia. Ma il mercato ha fiutato l'imbroglio, e ha saputo selezionare i creditori.
Al governo non è rimasto altro che fare marcia indietro, accettando di allargare il deficit nei conti pubblici in modo meno sconsiderato di quanto immaginato inizialmente.
Immediata la reazione del mercato, che ha premiato il maggiore virtuosismo, tornando a comprare BTP e comprimendone i rendimenti.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...