Globale
L'OCSE conferma le prospettive di recessione

Ieri l’OCSE ha reso noti i Composite Leading Indicator per i principali paesi industrializzati, e per le maggiori economie di recente industrializzazione. È confermata la tendenza emersa da tempo: sono sempre meno gli stati che vantano un CLI superiore ai 100 punti, sintomo di espansione in atto.

Sono soltanto 11, su 38, a giugno: una esigua minoranza. L’inversione di tendenza è stata qui segnalata a febbraio, ben prima dell’invasione russa dell’Ucraina: quando il misuratore in questione ripiegò sotto la media mobile mostrata, segnalando con tempestività un cambio di scenario a cui tuttora molti fanno comprensibilmente fatica ad aderire.

Questo dato sembra confermare una recessione globale quantomeno imminente, sempre che non sia già attuale. La buona notizia è che il nostro indice di diffusione è già a buon punto nel processo di aggiustamento macro; la cattiva notizia è che non ha ancora raggiunto la fascia inferiore, né appare in procinto di svoltare verso l’alto.

Questa volta la prospettiva di una recessione è trattata con sufficienza, quasi con irritazione. Tre mesi fa, quando alcuni segmenti della curva dei rendimenti si invertirono; su giornali, siti e social specializzati impazzava il toto-recessione; e sì che allora lo spread basato sulla distanza fra 10 anni e tre mesi negava risolutamente questa prospettiva. Adesso che invece l’inversione appare più realistica, non ne parla più nessuno.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...