L'OCSE conferma le prospettive di recessione

- 12/07/2022
Ieri l’OCSE ha reso noti i Composite Leading Indicator per i principali paesi industrializzati, e per le maggiori economie di recente industrializzazione. È confermata la tendenza emersa da tempo: sono sempre meno gli stati che vantano un CLI superiore ai 100 punti, sintomo di espansione in atto.
Sono soltanto 11, su 38, a giugno: una esigua minoranza. L’inversione di tendenza è stata qui segnalata a febbraio, ben prima dell’invasione russa dell’Ucraina: quando il misuratore in questione ripiegò sotto la media mobile mostrata, segnalando con tempestività un cambio di scenario a cui tuttora molti fanno comprensibilmente fatica ad aderire.
Questo dato sembra confermare una recessione globale quantomeno imminente, sempre che non sia già attuale. La buona notizia è che il nostro indice di diffusione è già a buon punto nel processo di aggiustamento macro; la cattiva notizia è che non ha ancora raggiunto la fascia inferiore, né appare in procinto di svoltare verso l’alto.
Questa volta la prospettiva di una recessione è trattata con sufficienza, quasi con irritazione. Tre mesi fa, quando alcuni segmenti della curva dei rendimenti si invertirono; su giornali, siti e social specializzati impazzava il toto-recessione; e sì che allora lo spread basato sulla distanza fra 10 anni e tre mesi negava risolutamente questa prospettiva. Adesso che invece l’inversione appare più realistica, non ne parla più nessuno.