Globale
Quando ci sarà un bear market globale

La Federal Reserve non sorprenderà operatori ed investitori, e fra poco più di 48 ore annuncerà il ripristino del ciclo monetario distensivo interrotto a dicembre dello scorso anno. Verosimilmente il primo di cinque-sei ulteriori limature del costo ufficiale del denaro, che negli auspici delle autorità rinvigoriranno il mercato del lavoro, in affanno, e soprattutto favoriranno la convergenza verso il basso dei tassi sui mutui ipotecari: ancora insopportabilmente elevati rispetto agli yield governativi.
La disponibilità della Fed ad intervenire non è fenomeno peculiare. Tutte le banche centrali al mondo sono attivamente impegnate nel promuovere una politica monetaria distensiva; o quasi: il 91% di tutti gli istituti di credito al mondo. Fanno doverosa eccezione proprio le banche centrali di nazioni alle prese con problemi idiosincratici di inflazione, come Argentina, Turchia e Giappone.

Nel complesso però la politica monetaria su scala globale è assolutamente dovish. E questo fa da contrasto rispetto al 2007, quando al contrario le autorità monetarie erano attivamente impegnate nell'innalzare il costo del denaro, strocando così il bull market; che, come suggeriscono gli esperti, non muore mai di anzianità, ma quasi sempre per la strozzatura generata dalle banche centrali.
A parte quell'episodio, non sfugge come i bear market ciclici del 2022 e del 2022 siano stati in effetti preceduti da una contrazione del numero di banche centrali in modalità easing: dall'85 e più percento al 40% quando non meno. Questo è un elemento distintivo essenziale rispetto all'esperienza corrente: non ci sarà bear market prima che la maggior parte delle banche centrali al mondo passi in modalità hawkish.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...