Quella relazione armoniosa fra mercati e fondamentali

- 04/02/2022
Un principio supremo è che i mercati finanziari rispecchino e rispettino l'economia reale. Per esperienza diretta, più l'economia micro, che non macro. Insomma: la dinamica degli utili delle aziende quotate, più che il PIL o l'occupazione o altre variabili nazionali o internazionali.
Ad ogni modo, nella misura in cui gli EPS riflettono l'economia reale, uno sguardo alle variabili più ampie permette di stimare se i listini si siano spinti un po' troppo oltre, in un senso o nell'altro. Sotto questa prospettiva è confortante l'esame degli ultimi lustri: la correlazione fra le due dinamiche è ben ferma. Gli investitori possono essere sollevati: i mercati riflettono sempre, pur con diverse sfumature di volta, in volta, l'andamento dell'economia reale.
Qui se ne apprezza un esempio. È mostrato il confronto fra la performance annuale delle borse occidentali (linea azzurra, scala di sinistra) ed l'Economic Data Change Index (EDCI) su scala mondiale (linea nera, scala di destra). L'EDCI misura lo scostamento fra i dati macro e la media dei medesimi degli ultimi dodici mesi: sicché un indicatore sopra lo zero segnala un'economia che cresce a ritmo più impetuoso rispetto allo standard; e viceversa con un EDCI inferiore allo zero.
Allo stato attuale l'EDCI è praticamente nullo: l'economia cresce a velocità di crociera. Sotto questa prospettiva, l'andamento dei listini azionari appare eccessivamente ottimista, visto che il saldo delle borse occidentali si colloca ben sopra la linea dello zero. In un mondo ideale, i listini dovrebbero ripiegare in modo da colmare questo divario.
Sotto un'altra prospettiva, peraltro simile, si scorge invece un messaggio opposto: i mercati avrebbe enfatizzato eccessivamente il recente rallentamento macro. Resta però il messaggio di fondo: al di là di queste sfumature, mercati ed economia reale vanno abbastanza d'accordo. Per cui un rilancio dei listini passa necessariamente per un miglioramento della performance economica.