Che pasticcio, Mrs Yellen!

- 08/01/2016
Gli sceneggiatori del prossimo episodio della “trilogia” dedicata alle memorie di Bridget Jones sanno giocare d’astuzia: hanno rivelato che sono previsti ben tre finali alternativi e che nessuno del cast sa ancora se il cuore della paffuta signorina Jones troverà amore e serenità definitivi.Fatte le dovute proporzioni, crediamo che nemmeno la signora Yellen sia perfettamente a conoscenza delle piene implicazioni della scellerata decisione di aumentare, a dicembre, il tasso ufficiale di interesse, a nove anni e mezzo dall’ultima volta.
Nell’articolo “La Fed? Ha fatto la cosa giusta” dello scorso 17 settembre, veniva accolta con sollievo la decisione del FOMC di rimandare il proposito di aumentare il Fed funds rate, sulla scorta di un deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie internazionali. E si aggiungeva: «Le condizioni finanziarie effettive sono già restrittive: meno di quanto è stato sperimentato a fine anni Novanta, ma più del 2007». Rispetto ad allora, manco a dirlo, le condizioni già restrittive sono ulteriormente peggiorate.
Complice l’aumento del tasso Fed, l’indice delle condizioni finanziarie effettive negli Stati Uniti si è ulteriormente impennato, raggiungendo a fine 2015 la soglia del 95%: un dato mai raggiunto, dal 1989 ad oggi.Nel 2000 e nel 2007, fu sufficiente una lettura più bassa per mandare l’economia in recessione.
A tranquillizzare c’è solo un aspetto: allora la curva dei rendimenti era invertita, a differenza di oggi. A preoccupare, invece, c’è l’aumento del dollaro negli ultimi due anni (o poco meno) che equivale a un incremento effettivo di quasi 150 punti del Fed funds rate. Come a dire che, nella sostanza, la curva dei rendimenti è già appiattita.
Ne consegue che il mercato azionario sconta questo grave deterioramento macro. Che riflette una ferita “auto-provocata”. La Fed di Atlanta, che non guadagna le prime pagine del Wall Street Journal (figurarsi di ITF News) di recente ha ammesso che il tasso Fed effettivo, che tiene conto di inclinazione e posizione della curva di rendimenti, in meno di un anno e mezzo è salito dal -3.0 al -0.5%.Insomma: nella situazione attuale la politica monetaria andrebbe allentata, non ulteriormente inasprita: una prospettiva piuttosto difficile, a ben vedere.
Ma non c’è problema: c’è sempre la possibilità di addossare tutte le responsabilità a qualche bizzarro dittatore dell’Estremo Oriente, o alle convulsioni sul mercato off-shore dello Yuan cinese…