Di questo passo, si va verso la recessione

- 24/05/2016
La redditività delle aziende USA continua a deteriorarsi. Il primo trimestre 2016 non è andato granché bene, con gli utili per azione delle compagnie dello S&P500 risultati in calo (-2%) anche con l'accorgimento di escludere i profitti delle società energetiche, a loro volta in caduta libera. Ciò avrà l'effetto di ridurre ulteriormente i profitti complessivamente realizzati dalle aziende americane nel primo trimestre, quando il dato sarà ufficializzato fra alcune settimane.
Male. Perché i profitti delle imprese americane ("Corporate Profits After Tax with Inventory Valuation Adjustment and Capital Consumption Adjustment") erano in sensibile calo già alla fine dello scorso quarto trimestre, in rapporto al prodotto interno lordo.
I cosiddetti "margini di profitto" (utili aziendali, rapportati al PIL) risultavano scesi al 7.6%, alla fine del 2015. Che calo, rispetto al 10% di quattro anni prima, e anche soltanto al 9.4% di settembre 2014.
Siamo in pieno mean reverting: i margini di profitto erano cresciuti troppo, e appare ragionevole ora assistere ad una flessione fino alla parete inferiore del canale ascendente che li contiene dal 1980.
Il problema è che da questa tendenza sono danneggiati tutti: sia gli imprenditori, sia i lavoratori, che pur negli ultimi trimestri stanno godendo di una maggiore "fetta" del PIL. Sì, perché nel frattempo la torta si sta restringendo e, cosa ancora più importante, di questo passo si rischia di precipitare in recessione: come si può notare, le ultime quattro recessioni sono coincise con margini di profitto bassi in assoluto, o in rapporto alla traiettoria assunta negli ultimi 35 anni.
A spanne, un rapporto fra profitti e PIL prossimo al 7.0% inaugurerebbe una contrazione formale dell'economia americana.