E l'inflazione in USA risale; anzi no: dipende...

- 10/03/2015
Gli Stati Uniti sono ufficialmente in deflazione: da gennaio, quando l'indice generale (headline) dei prezzi al consumo, ha fatto registrare una contrazione annuale dello 0.1%. Il dato non preoccupa molto la Federal Reserve, sia per la consapevolezza che la stabilizzazione dei prezzi del petrolio contribuirà a risollevare il CPI, sia perché altre sono le misure preferite da parte della banca centrale americana.
Il CPI core, ad esempio, che esclude le componenti energetiche (appunto) e alimentari, si attesta a gennaio al -1.7%: ma sopratutto il core Personal Consumption Expenditure Deflator (cPCED), impiegato per stimare la variazione reale della spesa per consumi da parte delle famiglie. Questa misura dell'inflazione si attesta al +1.3% annuo alla fine di gennaio.
Evidente a questo punto la divergenza fra il CPI headline e le altre due misure: rispetto a queste (media), il primo risulta più basso di 161 punti base, come si può notare dalla figura in alto.
Storicamente, uno scostamento superiore ai 100 pb (un punto percentuale) è stato in passato seguito in tempi brevi da un riallineamento: con il CPI headline rimbalzato, e il cCPI e il cPCED scesi ulteriormente, a congiungersi con la misura generale. È una tendenza sulla quale dovremmo confidare nei mesi entranti.