USA
Il ricongiungimento monetario

L'inflazione è sempre e comunque un fenomeno monetario, ammoniva Milton Friedman dalla sua cattedra di Chicago. E pensiamo che, in una certa misura, egli abbia avuto ragione. Perché storicamente inflazione e moneta vanno a braccetto. Non che la prima spieghi interamente la seconda; ma esaminando gli aggregati monetari, possiamo prevedere l'evoluzione dei prezzi al consumo.
Partiamo dal concetto di moltiplicatore monetario: che non è altro che il rapporto fra la moneta in circolazione e la base monetaria generata dalla banca centrale. Nella figura in basso, il moltiplicatore degli Stati Uniti è ottenuto come rapporto fra M2 e la base monetaria calcolata dalla Fed di St. Louis.

Come si può notare, il moltiplicatore ha subito un crollo, dopo il fallimento di Lehman del 2008. Lo stimolo monetario si è propagato con sempre maggiore difficoltà, dalla banca centrale al sistema. Banalizzando, se ad inizio 2008 per un dollaro "stampato" dalla Fed il sistema creditizio produceva quasi 9 dollari di circolante; negli anni successivi il rapporto è crollato a meno di 3 volte. Un bel problema, per le autorità monetarie; che contribuisce a spiegare perché l'inflazione sia rimasta per tutti questi anni doma.
Ma negli anni più recenti il moltiplicatore si è risvegliato. Lungi dal raggiungere livelli stratosferici, il moltiplicatore negli USA si attesta ora a 3.5 volte. Giova esaminare questo dato in termini relativi: onde poterlo confrontare con l'inflazione; che dopotutto, è la variazione annuale del valore di un paniere di beni e servizi.

È evidente la correlazione fra il CPI americano (linea rossa, scala di sinistra) e la variazione annuale del moltiplicatore (linea celeste, scala di destra). Con l'inflazione che si è discostata dal percorso ottimale fra il 2014 e il 2015, salvo recuperare nei due anni successivi il terreno perduto.
L'aspetto intrigante è che mentre la variazione annuale dei prezzi al consumo punta risolutamente verso l'alto; la variazione annuale del moltiplicatore monetario ha svoltato ora verso il basso. Un ricongiungimento è imminente. Dopodiché l'inflazione potrà cessare di crescere, per adeguarsi alla crescita della moneta.
Se l'inflazione toccasse un picco in questo primo semestre, a ben vedere una accentuata aggressività sul fronte della normalizzazione monetaria, da parte del FOMC, rischierebbe di essere controproducente.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...