USA
Il tasso di disoccupazione con il naso lungo

Il tasso di disoccupazione ufficiale negli Stati Uniti ha raggiunto un estremo ad ottobre 2009, e dunque risulta calante da quattro anni. Ci sono molte riserve su questo dato: che non tiene conto dei lavoratori part-time loro malgrado, e di quelli sotto-occupati; inoltre, risulta moderato per il restringimento della forza lavoro (molti lavoratori, scoraggiati, escono dal "mercato", facendo apparire una riduzione della disoccupazione ovviamente fittizia). Secondo alcune stime, il tasso di disoccupazione effettivo negli Stati Uniti è ancora spaventosamente elevato al 15%. Non a caso i trasferimenti del governo alle famiglie americane raggiungono sistematicamente ogni mese nuovi massimi assoluti.
C'è un dato che conferma la parzialità del tasso di disoccupazione ufficiale: la curva dei rendimenti, intesa come differenza fra i rendimenti a 10 anni e quelli a 2 anni dei titoli di Stato USA.

Questo spread è storicamente correlato al tasso di disoccupazione: se l'economia migliora, la curva si appiattisce (aumentano i tassi di breve periodo), si restringe lo spread e anche il tasso di disoccupazione. Viceversa, se l'economia va male, i tassi a breve sono tagliati, la curva si dilata e il tasso di disoccupazione aumenta. Questa relazione ha conosciuto poche e temporalmente limitate eccezioni negli ultimi lustri.
Ma nell'ultimo anno si è aperta una notevole divergenza: il tasso di disoccupazione è sceso, ma la curva è tornata ad allargarsi. Come se il primo dato fosse giudicato dubbio. Insomma, sembrerebbe che sia il mercato obbligazionario a raccontarla giusta: il calo della disoccupazione perlomeno dell'ultimo anno sarebbe un'informazione "distorta", e destinata a rientrare. Lo suggerisce il nuovo irripidimento della curva dei rendimenti.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...