USA
Il tasso di disoccupazione USA sta per risalire

Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale di ogni economia. Questo vale a tutte le latitudini: anche e soprattutto negli Stati Uniti, dove - secondo alcune stime - "producono" l'80% delle buste paga create. È questo che spiega la crisi occupazionale americana: al di là delle cifre ufficiali, distorte dal conteggio di lavoratori sotto-occuapati o occupati part-time, e influenzate dal calo vertiginoso della forza lavoro dovuta anche all'uscita dal mercato di lavoratori scoraggiati; l'emorragia di posti di lavoro prodotto dalla Grande Recessione non è ancora rientrata; ed il tasso di disoccupzione ufficiale appare vistosamente sottostimato. La misura "U6" del tasso di disoccupazione resa nota dal BLS, più credibile, si attesta oggi ad un insopportabile 13.8%: livelli da terzo mondo (con il dovuto rispetto per il terzo mondo).

E non finisce qui. La NFIB, organizzazione che raggruppa appunto le medie imprese americane, denuncia da un paio di mesi un preoccupante fenomeno. La percentuale di aziende iscritte che prevedono di incrementare l'occupazione, è scesa dal 10% di agosto al 5% del mese passato. Un dimezzamento inquietante, perché minaccia di essere seguito da un analogo andamento deludente del tasso di disoccupazione.
Come mostra il grafico, fra tasso di disoccupazione (rosso, scala di sinistra rovesciata) e la statistica citata (nero, scala di destra) sussiste una evidente correlazione; con la percentuale di aziende che prevedono di assumere che peraltro risulta comprensibilmente anticipatrice. Sicché il calo degli ultimi mesi minaccia di riflettersi negativamente, a partire dal prossimo anno, sul saggio ufficiale di disoccupazione.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...