La Cina può affossare l’economia globale (I Parte)

- 17/03/2014
Eventi geopolitici come la crisi in Ucraina vanno e vengono, ma i problemi economici e finanziari che attanagliano la Cina possono avere gravi ripercussioni globali. La scorsa settimana la Cina ha rilasciato una serie di dati macro ufficiali deludenti che confermano i nostri sospetti sulla fragilità delle fondamenta economiche su cui poggia Pechino. E questa batteria di dati segue la delusione provenuta dalle esportazioni, in calo a febbraio di un clamoroso 18%, nonché il clamoroso default sul debito da parte di una compagnia cinese; d’altro canto, la prospettiva di un “deleveraging” in Cina sta diventando sempre più concreta, il che minaccia non solo la crescita economica cinese, ma anche quella di tutto il mondo.
I nuovi dati economici suggeriscono che il rallentamento cinese è reale, e interessa settori come il commercio al dettaglio, il manifatturiero, l’immobiliare e la spesa per investimenti. La produzione industriale a gennaio e febbraio è scesa di meno del 9%: meno delle attese, e ai ritmi più blandi dal 2009. Gli investimenti fissi sono cresciuti al livello meno intenso dal 2002. Le vendite al dettaglio sono cresciute dell’11.8%: in questo caso al minimo da febbraio 2011. Nel settore edile-residenziale, le vendite sono calate del 3.7%, mentre l’avvio di nuovi cantieri è precipitato del 27%.
Il citato default sul debito da parte di una compagnia attiva nell’energia solare, rappresenta il primo caso del genere in 17 anni. E giovedì un’altra compagnia ha visto il suo bond sospeso dalla borsa di Shanghai dopo aver riportato perdite per il secondo anno consecutivo. Questi episodi riflettono un drammatico mutamento di orientamento del governo centrale, che consente i fallimenti dopo aver salvato per diversi anni le società in dissesto. In precedenza, gli investitori godevano della garanzia implicita di un intervento del governo che avrebbe sempre salvato i creditori, e questo ha indotto il volume di obbligazioni circolanti a decuplicare dalla fine del 2007: dal momento che erano considerati investimenti virtualmente privi di rischio, i debitori precari erano in grado di prendere a prestito enormi somme di denaro a tassi di interesse relativamente bassi. Tutto questo sta per cambiare, e le aziende cinesi faranno sempre più fatica ad indebitarsi; perlomeno, non ai tassi di interesse a cui erano abituate.