USA
La deflazione finalmente fa la sua comparsa (I Parte)

Abbiamo concluso il precedente intervento, dedicato alla deflazione, descrivendo i livelli di supporto e di resistenza del mercato, e concludendo che la borsa abbatterà presto i supporti. Siamo sempre dell’idea che vi siano consistenti margini verso il basso. In questo intervento cercheremo di spiegare perché la deflazione ci accompagnerà per anni, e sarà un’esperienza mai vissuta dalle correnti generazioni. Questo perché le più importanti economie al mondo sono gravate dal debito, non diversamente da quanto si manifesta negli Stati Uniti.
Il motivo principale per cui crediamo che il mercato scivolerà, è perché la deflazione ha finalmente raggiunto tutto il pianeta, e l’unico tassello mancante al nostro quadro era un ribasso consistente degli indici azionari. Per anni, siamo stati come intrappolati in un ciclo che definiremmo delle “svalutazioni competitive”: molti dei nostri partner commerciali stanno cercando di svalutare le rispettive divise onde esportare la propria deflazione. La Cina si è aggiunta a questa tendenza, svalutando di recente la moneta del 4%, e Jack Lew ha dichiarato di recente che la Cina risponderà per la scarsa trasparenza con cui manipolano il cambio. Questo, dopo aver agganciato il renmimbi al dollaro per anni.
Siamo assolutamente sconcertati nel rilevare come il mercato finora non sia crollato, almeno fino ad ora. Il mercato di solito sconta tutti i problemi sul tavolo. Il collasso delle materie prime non è altro che “il canarino nella miniera”, che fornisce indicazioni anticipatrici circa cosa aspettarsi nel futuro: default del debito o collasso del sistema, oltre alla chiusura degli stabilimenti.

Alla fine lo S&P ha mollato, sfondando verso il basso il trading range: sia quello degli ultimi otto mesi, sia la linea di tendenza che congiungeva tutti i minimi dal 2011. Pensiamo che continuerà in questa direzione, sfondando anche il minimo dello scorso ottobre a 1820 punti, procedendo fino a 1500 punti: ad un 30% dai massimi.
Un altro motivo per cui crediamo che il minimo di quasi un anno fa non reggerà, è dovuto al fatto che quando lo S&P ha sfondato, lunedì 24 agosto scorso, il future è crollato fino a 1830 punti, mentre il cash è sceso “soltanto” fino a 1867 punti. Dopo questi crolli, sospettiamo fortemente che il mercato rimbalzerà per risucchiare quanti più investitori possibile, indotti a credere che il ribasso sarà stato soltanto un incidente alimentato dai robot dell’HFT. Sospettiamo che lo S&P non salirà verso il vecchio supporto ora resistenza a 2040 punti. E nel frattempo, stiamo vivendo il trimestre peggiore dal terzo quarto del 2011.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...