USA
La differenza fondamentale rispetto al 2000

I nuovi massimi storici conseguiti dagli indici azionari americani all'inizio dell'anno, suscitano in alcuni "investitori" un riflesso pavloviano: ogni volta si scomodano confronti con epoche infauste, come se negli ultimi otto anni la circostanza non fosse stata ricorrente. Forse, più che Pavlov, occorrerebbe scomodare Esopo.

Non è questa la sede per discutere un confronto così impegnativo sul piano analitico, ma basti rilevare un aspetto: nel 2000 l'economia americana stava per entrare in recessione. Nel 2021, ci è uscita da pochi mesi.

Tant'é vero che mentre 21 anni fa le condizioni finanziarie complessive erano assolutamente restrittive; oggi, al contrario, la combinazione di una serie di elementi evidenzia una condizione monetaria assolutamente accomodante.

Il Financial Conditions Index (FCI) di AGE Italia combina, ponderandole, una serie di informazioni rilevanti: il tasso ufficiale della politica monetaria, i rendimenti del mercato obbligazionario sulle diverse scadenze, gli spread creditizi, l'andamento del dollaro e la politica fiscale. L'indicatore oscilla fra 0 e 100, proponendo letture rispettivamente distensive e restrittive.

Ad evidenza, nel 2000 le condizioni finanziarie complessive erano decisamente impegnative; e difatti una recessione deflagrò di lì a breve. In generale letture sostenute del FCI anticipano sempre le recessioni.

Così come letture depresse segnalano l'uscita dalle recessioni e connessi bear market: è occorso nel 1993, nel 2003 e nel 2009.

Ed è successo sul finire dello scorso anno. Il FCI oggi è compatibile con un'espansione economica, non con una recessione. Le condizioni sono pertanto speculari rispetto a 21 anni fa.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...