USA
La Fed ci avrebbe salvati dalla trappola della liquidità? (I Parte)

Diversi economisti di punta recentemente hanno proposto argomentazioni circa l’efficacia palesata dalla Federal Reserve nell’evitare la “trappola della liquidità”. Sono sorpreso dell’appoggio fornito alla Fed, che a mio avviso ha tutt’altro che salvato gli Stati Uniti da questa trappola; ma ciò che lascia più sconcertati sono le risposte degli intervistati. Intanto non tutti sono in grado di comprendere il significato di “trappola della liquidità”; eppure a nessun economista è stato chiesto di chiarire il concetto. Cercherò di farlo in questo commento, in due parti, in cui spiegherò anche perché la Fed a mio avviso si è chiuso in un angolino, e perché dovrà continuare a mantenere i tassi su livelli molto bassi, perché continuerà ad espandere il bilancio, e perché ad un certo punto inaugurerà un QE4. Fermo restando che con il passare del tempo gli stimoli forniti produrranno una efficacia decrescente,
La trappola della liquidità è una situazione per cui le banche ammassano riserve, e non erogano credito ad un numero consistente di prenditori, anche in presenza di tassi di interesse storicamente infimi. Si manifesta solitamente quando le famiglie non consumano e le imprese non investono, a causa delle prospettive lugubri del ciclo economico, o perché i ritorni dall’investimento non paiono sufficientemente elevati. Così gli operatori privati smettono di spendere, e il ciclo economico si avvita su se’ stesso. Wikipedia rileva che la trappola si concretizza quando la gente accantona liquidità, perché si aspetta un evento avverso come la deflazione, una domanda aggregata insufficiente, o un conflitto. Sicché, se l’economia entra in trappola della liquidità, ulteriori immissioni di liquidità da parte della banca centrale risultano inefficaci.
Credo che gli Stati Uniti e tanti altri stati nel mondo siano alle prese correntemente con la trappola della liquidità. È chiaro che la Fed ha pompato quanto più denaro possibile, ma se negli ultimi 50 anni gli aggregati monetari sono cresciuti mediamente del 7.5% all’anno, quest’anno viaggiamo al ritmo del +1.5%. Secondo le statistiche, il saldo medio dei depositi bancari è stato di 2.000 dollari per buona parte del Dopoguerra, ma è salito a 3700 dollari nel 2011, 4400 dollari nel 2012, 5000 dollari l’anno scorso, e 5800 dollari quest’anno.
Siamo evidentemente in una trappola non dissimile da quella in cui è caduto il Giappone 24 anni fa. Questo è il principale motivo per cui la ripresa successiva alla Grande Recessione è stata così fiacca. È vero che il PIL nel terzo trimestre è cresciuto del 3.5%; ma ciò non toglie che negli ultimi sei anni l’economia è cresciuta in media di appena il 2.2%; a fronte di una crescita media annua, dal Dopoguerra, del 5%.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...