La Fed sfugge alla trappola della liquidità

- 17/12/2013
Il Quantitative Easing (QE), che nelle varie edizioni ha caratterizzato la politica monetaria americana degli ultimi cinque anni, trovava giustificazione in un enorme output gap (differenza fra crescita potenziale e crescita effettiva dell'economia) negativo, e in una Taylor Rule che prescriveva per gli USA un tasso di intervento minore di zero. Una ipotesi teoricamente impossibile da soddisfare con lo strumentario convenzionale di una moderna banca centrale. In modo abbastanza rudimentale - quanto efficace - è possibile stimare il tasso ottimale della politica monetaria della Federal Reserve, lavorando sul tasso di inflazione (CPI) "core", nonché sul tasso di disoccupazione ufficiale; quello cioè che non tiene conto dei lavoratori part-time loro malgrado, e dei sotto-occupati.
Il confronto fra il tasso ottimale, e quello effettivo (nero) ha evidenziato negli anni una sostanziale sovrapponibilità delle due misure. Ad onor del vero, dopo lo scoppio della bolla tecnologica del 2000, il tasso di intervento si è mantenuto sempre ben al di sotto del livello suggerito dalle citate variabili macro; e ciò ha favorito l'emersione di una nuova bolla; questa volta, nel settore immobiliare. Il crack e la recessione sono intervenuti puntualmente quando le due misure si sono di nuovo ricongiunte.
Dalla fine del 2008 il Fed Fund rate si attesta poco sopra lo zero. Il tasso ottimale è precipitato, fino a raggiungere sul finire del 2010 il -4.3%. Era la dichiarazione di impotenza della politica monetaria convenzionale: anche tassi nulli erano insufficienti a risvegliare gli "spiriti animali" degli operatori economici (famiglie ed imprese), sollecitando il maggiore accesso al credito. Ma da allora le cose sono migliorate.
Negli ultimi tre anni il tasso ottimale è andato costantemente risalendo; fino a raggiungere il tasso ufficiale a metà dello scorso anno. Notevole i recenti progressi: allo stato attuale il tasso ottimale si attesta allo 0.9%. In teoria la Fed può agire sulla leva dei tassi. In teoria: perché nel 2004 il tasso ottimale dovette registrare un incremento di 167 punti base (dall'1.60 al 3.27%), prima che Greenspan intervenisse sul costo ufficiale del denaro. Occorrerà ancora molto tempo, prima che il Fed Funds rate sarà toccato.
Ma perlomeno, allo stato attuale, non esiste più alcuna "trappola della liquidità"...