USA
La Regola di Mankiw conforta la Fed di Powell

Nel 2012 Greg Mankiw, docente di economia ad Harvard, ha proposto una semplice equazione che fornisse una misura ottimale del tasso di intervento di politica monetaria negli Stati Uniti. Il Fed Funds rate ottimale sarebbe legato alla dinamica dell'inflazione core e del tasso di disoccupazione e, all'epoca, si collocava poco sotto lo zero. Nella circostanza, la proposta serviva a ratificare il Quantitative Easing che, di fatto, forzava verso il basso il Zero Lower Bound: il confine dei tassi ufficiali insormontabile.
Di lì a breve il tasso Fed ottimale sarebbe risalito, raggiungendo valori sensibilmente più elevati. La politica monetaria americana sarebbe conseguentemente risultata ben più accomodante, e i ripetuti aumenti del Fed Funds rate da parte della Signora Yellen avrebbero soltanto ridotto questo divario; senza eliminarlo.

Ancora all'inizio di quest'anno, l'Optimal rate si attestava sopra il 6%: ben sopra il saggio ufficiale. Poi sarebbe sopravvenuta la più grave benché al tempo stessa rapida recessione perlomeno dalla Grande Depressione a rimescolare le carte.
Stando ai dati più recenti, il FFR teorico si dovrebbe collocare in abbondante territorio negativo; ancor più di quanto prescritto un decennio fa. Ragionevole dunque l'approccio straordinario della Fed di Powell, pur con tutti i rischi che ciò comporta (ma il duplice mandato della banca centrale americana si sofferma proprio su occupazione e inflazione, alla base della regola di Mankiw...)
L'importante è che, al mutare - speriamo presto - delle condizioni di fondo, la Fed questa volta sia lesta nel raddrizzare la barra della politica monetaria, onde scongiurare il formarsi di pericolose bolle speculative.

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