La riscossa dell'economia USA

- 13/03/2019
Chi vede il bicchiere mezzo vuoto denuncia l'aumento delle retribuzioni registrato nell'ultimo anno: riflesso scontato del conseguimento di una piena occupazione, ma minaccia per la stabilità dei prezzi al consumo, e incoraggiamento di una politica monetaria restrittiva da parte della Federal Reserve.
Ma si manca in questo caso di rilevare una novità dell'epoca più recente: la ripresa della produttività. I rinnoci salariali generosi sono sì il riflesso di un tasso di disoccupazione ad infimi livelli, ma anche la doverosa concessione a fronte di un incremento dell'output per addetto. Il tasso di crescita annualizzato degli ultimi cinque anni della produttività, alla fine del quarto trimestre si attestava al +1.4%: trattasi del dato più elevato degli ultimi tredici trimestri.
Questo dato (linea arancione nella figura in alto) si somma al tasso di crescita quinquennale annualizzato della crescita della forza lavoro (linea rossa), più mite, perché dipendente dai lenti ritmi della demografia; per ottenere il tasso potenziale di crescita dell'economia americana (linea rossa scura).
E qui emergono le liete novità, il "bicchiere mezzo pieno": perché il dato ad evidenza ha raggiunto un minimo alla fine del 2017, e dunque risulta in crescita da ben quattro trimestri. Nulla di sensazionale - dal +1.67 al +1.91% - ma pur sempre una oggettiva ed evidente inversione di tendenza, rispetto al ritmo declinante in essere pressoché ininterrottamente dal 2007.
Un'inversione che promette di forzare analogo andamento da parte dell'economia reale: la linea azzurra esprime il tasso annualizzato, sempre degli ultimi cinque anni "rolling", dell'economia americana in termini reali. Una linea inclinata verso l'alto da due anni, e che ora sta finalmente colmando il ritardo maturato negli ultimi due lustri.