USA
Mercati e Fed non sono più sulla stessa pagina

La probabilità che la Fed a sorpresa aumenti il tasso sui Fed Funds in occasione della riunione del 13-14 giugno, sfiorava ieri sera il 30%. Una ipotesi rafforzata dalle schiarite che si scorgono sulla crisi delle banche regionali americane, dove si registra un confortante aumento della raccolta; nonché sulla questione ormai annosa e a tratti stucchevole del tetto al debito federale. Rimossi questi elementi, a fronte di un'inflazione ancora lontana dal target del +2.0%, Powell potrebbe essere tentato a forzare il colpo, prima di concedersi una pausa in attesa che le variabili macro vadano incontro al loro destino.
Il mercato però sembra non pensarla allo stesso modo. Vuoi per la percezione di un'inflazione destinata a calare, vuoi per la sensazione di una recessione meno lontana di quanto correntemente dipinto, il rendimento dei titoli di Stato si consolida, e flette platealmente sulle scadenze più brevi. Adesso la discrepanza fra yield dei Treasury a 2 anni e Fed Funds Target rate, risulta negativa a livello imbarazzanti.

Lo spread, negativo, è sceso di recente sotto i -140 punti base. Ad evidenza, dal 2000 ad oggi una attestazione di scetticismo così manifesta da parte degli operatori, rispetto al tasso di riferimento ufficiale della politica monetaria americana, è stata sperimentata a fine 2007 e ad inizio 2001. In entrambi i casi una recessione sarebbe deflagrata di lì a breve. Prima di allora, occorrerebbe risalire a giugno 1989 per scorgere un analogo precedente. Poche settimane dopo, l'Iraq avrebbe invaso il Kuwait, attivando la serie di eventi che sarebbe sfociata nella prima guerra del Golfo con connessa recessione.
Il messaggio per Powell non potrebbe risultare più rumoroso: non sarà il caso di iniziare a comunicare la volontà di fare macchina indietro tutta?

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...