USA
Non lasciatevi fuorviare dalla ripresa dell’economia

La diffusione del dato di crescita del PIL americano nel quarto trimestre promette di alimentare false aspettative. Il balzo del 3.2% nell’ultimo quarto dello scorso anno, assieme al +4.1% del terzo trimestre, rappresentano un ritmo insostenibile, e probabilmente il picco della crescita è già alle nostre spalle.
La crescita della domanda interna (PIL meno scorte e saldo del commercio con l’estero) ha registrato un tiepido +2.3% nel III trimestre e +1.4% nel IV trimestre. Complessivamente, la crescita di scorte e bilancia commerciale rappresentano 1.7 dei 3.2 punti percentuali di crescita del PIL. Oltretutto, la crescita del 3.3% della spesa per consumi è stata dovuta perlopiù ad una drastica riduzione del tasso di risparmio, anziché ad un aumento del reddito disponibile, cresciuto in termini reali di appena lo 0.8% nell’ultimo quarto. In termini assoluti le famiglie hanno speso 89 miliardi di dollari in più in consumi, ma al tempo stesso hanno tagliato i risparmi di 72 miliardi. Alla luce di questo dato, è molto probabile che in questo trimestre i consumi si raffreddino.
Tutto ciò poi va collocato nel contesto di una ristrutturazione dei bilanci familiari di cui abbiamo più volta parlato nel passato. Molta strada è stata fatta; ma molta ancora resta da farne. Sul picco del 2007, il rapporto fra debito delle famiglie e reddito disponibile ammontava al 130%; oggi è sceso al 104%. Tuttavia, la media di lungo periodo si attesta al 76%. Affinché si consegua almeno un target minimo dell’80%, il debito dovrebbe calare di 2.6 trilioni: pari al 23% della spesa per consumi. Ovvio che ciò non avverrà da un giorno all’altro, ma è altrettanto evidente che la pressione negli anni sulla spesa per consumi sarà inevitabile. Dopotutto è quanto accade dopo una crisi del credito. E dal momento che la spesa per consumi rappresenta il 70% del PIL, la crescita economica complessiva resterà inferiore al ritmo potenziale.
Malgrado una crescita tiepida, almeno fino a sei mesi fa, le borse sono salite con vigore, sospinte dalla politica monetaria in termini di tassi azzerati e di espansione del bilancio della Federal Reserve. Ora però questi fattori di stimolo stanno venendo meno, con la Fed intenzionata a porre termine al QE entro la fine dell’anno, e la capacità delle aziende di generare profitti in assenza di una adeguata crescita dei ricavi è sempre più evidente. Allo stesso tempo la rimozione del QE sta avendo tutta una serie di contraccolpi sulle economie emergenti, mentre le valutazioni di mercato sono tiratissime e il sentiment è alle stelle. Un ribasso di mercato è alle porte, e dovrebbe essere appena incominciato.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...