Powell: quante volte, figliuolo?

- 05/11/2024
L'appuntamento clou di questa settimana sono naturalmente le elezioni presidenziali americane finalmente entrate nel vivo. Ma subito dopo si riunirà la Federal Reserve, per commentare gli ultimi sviluppi dell'economia americana: con un'occupazione in qualche modo impattato da uragani e scioperi, e con l'inflazione a cui sfugge il pieno conseguimento degli obiettivi prefissati dalle autorità.
Soprattutto, il governatore della banca centrale americana è chiamato ad un taglio dei tassi ufficiali che gli operatori ora considerano una virtuale certezza, con una probabilità del 98% prezzata dal mercato a termine. In effetti si discetta non tanto di eventualità ed entità di una limatura del Fed Funds rate, quanto del prosieguo della politica monetaria distensiva inauguata a settembre con un botto forse eccessivo.
Sì, perché più la Fed parla di tagliare i tassi, e più aumentano i rendimenti del mercato obbligazionario. Un conundrum 2.0, per dire. Sta di fatto che il confronto fra lo yield dei Treasury 2 anni, tradizionale orientamento di mercato circa la politica monetaria, e Fed Funds rate; si attesta ora a meno di mezzo punto percentuale.
Vuol dire che, una volta acquisita la limatura da 25 punti base, non ci sono garanzie di replica in occasione delle riunioni successive del FOMC. Anzi, a dirla tutta l'easing potrebbe esaurirsi questa settimana: un mini-ciclo distensivo, come d'altro canto è prescritto tanto da un'inflazione recalcitrante, quanto da un'economia che proprio non accenna a ripiegare da un ritmo di crescita addirittura superiore alla capacità potenziale dell'economia americana.