USA
Prove sempre più evidenti di rallentamento economico

Per avere un’idea dell’attuale condizione del mercato azionario, è sufficiente osservare l’economia: tutto il resto è andamento casuale. I dati più recenti attestano che il ciclo economico ha rallentato nel mese di marzo, e continua a farlo ad aprile, con i dati che si susseguono che si rivelano inferiori alle previsioni. Questi sono soltanto alcuni fra i tanti: 1) le buste paga a marzo sono calate a 88 mila unità; 2) l’ISM Index è sceso ai livelli più bassi da dicembre; 3) l’ISM Servizi è sceso ai livelli più bassi da settembre; 4) le vendite al dettaglio sono calate a marzo, e i dati dei due mesi precedenti sono stati rivisti al ribasso; 5) l’indice della fiducia dell’università del Michigan è sceso ai livelli più bassi da luglio; 6) il NAHB Housing Index è sceso per il terzo mese di fila, e si colloca sui livelli più bassi da ottobre; 7) sebbene l’apertura di nuovi cantieri sia in crescita del 7%, buona parte del rialzo è
dovuto alle unità multifamiliari; 8) l’indice della fiducia delle piccole imprese calcolato dalla NFIB è sceso a marzo, ed è ad appena due punti dai livelli più bassi dell’ultimo anno; il che di certo non depone a favore di nuovi assunzioni o di un incremento degli investimenti in beni strumentali; 9) l’Empire State Index è sceso a 3.1, da 9.2 punti; 10) sebbene a marzo la produzione industriale sia cresciuta dello 0.4%, ciò è interamente riconducibile al balzo del 5.3% dell’attività delle utility; 11) il FMI ha tagliato le previsioni di crescita globale per il 2013 al 3.3% dal precedente 3.5%; e al -0.3% dal precedente +0.1% per l’area Euro. Il PIL dell’Europa si contrae da cinque trimestri consecutivi, e con quello corrente probabilmente saranno sei. La periferia è da ancora di più in recessione, e la crisi si aggrava; specie ora che Francia e Germania a loro volta rallentano. Tutto ciò non mancherà di essere avvertito negli Stati Uniti tramite l’interscambio commerciale; 12) la Cina ha riportato risultati deludenti per il I trimestre, nel momento in cui il settore residenziale è nel pieno di una bolla immobiliare.

Tutto ciò indica che l’economia sta attraversando un periodo cruciale, come ha già fatto diverse altre volte negli ultimi tre anni. La differenza è che in precedenza sono stati promossi interventi straordinari sotto forma di QE, che hanno consentito all’economia di rimbalzare. In questo caso, invece, la crescita rallenta anche in presenza di un pieno ciclo di QE. Senza contare che l’economia affronta il freno dell’aumento delle imposte di gennaio e del recente “sequestro”, che deve ancora essere avvertito in tutta la sua pienezza. Sarà estremamente difficile per la Fed fornire ulteriore supporto. Già il rallentamento si percepisce a livello di quotazioni dell’oro, letteralmente crollato assieme ai rendimenti obbligazionari. E i media finalmente si accorgono della possibilità di una prospettiva deflazionistica.
Molti osservatori giudicano con sufficienza la recente correzione, salutandola come benvenuta, e non vedono l’ora di sfruttarla per comprare a sconto. Ma noi riteniamo che il mercato stia formando un massimo in conseguenza di un’economia che sorprenderà in negativo, trascinando con se’ le attuali stime di profitto delle aziende.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...