USA
Recessione USA: prematuro celebrarne l'esaurimento

Grande attesa per la prima lettura del prodotto interno lordo negli Stati Uniti nel secondo trimestre, attesa per oggi. Le stime sono raccapriccianti, ma ovviamente a questo punto si tratta non tanto di contabilizzare il peggior quarto d'anno dal Dopoguerra; quanto di appurare se la recessione iniziata a marzo sia ancora in essere, o meno.
La Fed di Atlanta ieri stimava per il Q2 una variazione annualizzata del -32%. Per il Q3 sussiste maggiore ottimismo, tuttavia i dati più veloci segnalano per l'inizio di luglio una battuta d'arresto rispetto alla dinamica di maggio-giugno, quando il lockdown è progressivamente rientrato. Tutto lascia pensare che questa volta il NBER esiterà non poco a chiamare la fine della recessione.

A ragion veduta. Perché le famiglie americane rimangono caute; e se i consumi non ripartono, l'intera economia americana ne risente. Il miglioramento della congiuntura non toglie che la medesima, sotto la prospettiva del Weekly Leading Index calcolato dalla stessa Fed, si mantenga al di sotto del peggior momento vissuto nel 2008.
La variazione annuale della fiducia dei consumatori, raccolta mensilmente dall'Università del Michigan, aggiunge un ulteriore elemento: ancora in ampio territorio negativo, esclude la conclusione formale della recessione. Stando alla tempistica elaborata dal NBER, le ultime tre recessioni sono venute meno non prima che il tasso di variazione annuale si è riportato al di sopra dell'asticella visualizzata qui in alto. Ad evidenza, siamo ancora ben sotto questo spartiacque; il che porterebbe ad estendere la durata teorica della contrazione del PIL a tutto il mese corrente.

Un operatore professionale da molti anni attivo sui principali mercati finanziari mondiali. Continua...