Sempre sul tasso di disoccupazione USA... (II Parte)

- 23/10/2013
Hanno deluso i dati mensili sulle nuove buste paga in USA. Malgrado i massicci stimoli prima fiscali e poi monetari (questi ultimi senza precedenti e dagli effetti a lunga scadenza tutti da verificare), l'amministrazione Obama denuncia ancora un deficit occupazionale: sono stati recuperati 7.6 degli 8.8 milioni di posti di lavoro persi durante la Grande Recessione. Il tasso di disoccupazione, sceso al 7.2%, è falsato oltretutto da un netto calo del tasso di partecipazione della forza lavoro, ora ai minimi post-bellici. Insomma: non si trova lavoro, tanto vale cancellarsi dalla liste di disoccupazione, dando l'impressione che i disoccupati siano diminuiti.
Ma c'è un altro aspetto cruciale, che negli Stati Uniti getta un'ombra sull'Amministrazione Obama: il recupero di buste paga ha privilegiato i lavoratori dagli studi medio-elevati.
Come si può notare, chi non ha conseguito un diploma di scuola superiore appartiene ad un triste scaglione che denuncia tuttora un tasso di disoccupazione ufficiale dell'11.3%. Il tasso cala al 7.6% per chi ha conseguito un diploma, e al 6.1% per chi è in possesso di un diploma di laurea. Se la passa relativamente bene chi vanta un master: soltanto il 3.5% sono disoccupati.
Non solo è difficile trovare lavoro per i ceti sociali disagiati; ma la stessa remunerazione è sensibilmente minore: 32.500 dollari lordi all'anno, in media, per un diplomato, rispetto agli 88 mila dollari medi di uno specializzato. Le diseguaglianze sociali, lungi dall'appiattirsi in questi ultimi cinque anni, si sono al contrario ancora più radicalizzate.