USA
Si affloscia il PIL a stelle e strisce

C’è malcelato disappunto per l’andamento deludente dell’economia americana nel primo trimestre 2015. Complici, senza dubbio, il precedente rafforzamento del dollaro e gli scioperi nelle città portuali della West Coast, l’economia USA nella prima frazione dell’anno ha segnato il passo, conseguendo un miglioramento annualizzato di un quarto di punto percentuale, al netto dell’inflazione. Magra consolazione: un anno fa, per fattori altrettanto eccezionali – l’inverno rigido – il PIL subì una netta contrazione.

Ma la questione dibattuta è se mai l’economia americana potrà definitivamente discostarsi da un ritmo di crescita sì positivo, ma sempre ancorato a quel +2.5% tendenziale annuo attorno al quale ha oscillato negli ultimi cinque anni. L’esame storico è sconfortante.

Dal 2006 in poi il tasso di variazione decennale dell’economia americana ha subito una drammatica contrazione: siamo passati dal 40% reale – corrispondente, a spanne,  a un 4% annualizzato - al recente +15.6%, sempre al netto dell’inflazione.  Malgrado quasi sei anni di espansione economica, si tratta del tasso di crescita su questo arco di tempo più basso, perlomeno dal Dopoguerra a oggi.

Il grafico evidenzia come l’attuale espansione decennale si collochi più di due deviazioni standard sotto la media storica: un messaggio confortante, se si considera che l’accartocciamento storico del tasso di crescita di lungo periodo dell’economia americana, iniziò sul finire degli anni Sessanta, proprio all’indomani del raggiungimento dell’estremo statistico superiore.

E’ verosimile ritenere che la crescita economica USA possa radicalmente svoltare verso l’alto, dopo le delusioni degli ultimi anni e il tracollo della Grande Recessione? La ponderazione dei fattori che spiegano il tasso di crescita potenziale dell’economia USA, suggerisce diversamente.

Il drastico calo della produttività per addetto nel settore manifatturiero negli ultimi due trimestri, contribuisce mestamente a ipotizzare un ulteriore ripiegamento del tasso di crescita potenziale dell’economia, ottenuto tenendo conto anche della dinamica della forza lavoro.

Allo stato attuale, la traiettoria del PIL USA supera di poco l’1.8% e si va allineando – verso il basso – al dato effettivo del +1.5% poco sopra commentato. L’output gap esploso dal 2003 in poi ha tracciato un solco fra queste due grandezze, che ora si va colmando. Ma allo stato attuale, ben poco fa supporre che l’economia americana possa tornare a brillare in guisa strutturale e duratura. Un’informazione che alla lunga finisce per incidere anche sui mercati finanziari.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...