USA
Una prospettiva diversa sull'inflazione

Dopodomani sarà reso noto l'atteso dato sulla crescita del deflattore core della spesa per consumi personali (core PCE deflator) negli Stati Uniti: la misura di inflazione ufficialmente preferita dalla Federal Reserve, perché meglio misura le attitudini alla spesa da parte delle famiglie, soffermandosi sugli acquisti effettivamente avvenuti, e non sui prezzi praticati dai dettaglianti.

L'inflazione headline (CPI) ha rallentato il ritmo di flessione, rifiutandosi di scendere sotto il 3.0%, ancor più di avvicinare quella mitica soglia del +2.0% che tuttora sfugge a tutte le banche centrali al mondo. Occorre pazienza, precisa Powell, che confida in un fattivo contributo del settore immobiliare nei mesi a venire.

Ci speriamo, ma non ci contiamo. La sensazione è che, alla chetichella, ad un certo punto gli istituti di emissioni sposteranno la retorica da un livello puntuale (+2%), ad un range (2-3%), prima di ufficializzare alfine la preferenza per la parte superiore di questa forchetta.

Nel frattempo però c'è una dinamica che andrà osservata. Se su base annuale il CPI è scivolato dal +9.0% di metà 2022 al recente +3.35%; su base quinquennale l'inflazione non ha per nulla abbassato la testa. Anzi, come mostra la figura in alto, procede inesorabilmente verso una soglia critica posizionata a +25%.

Una soglia toccata ma non superata ad inizio anni Novanta, prima di una storica disinflazione; ed invece sfondata ad inizio anni Settanta e negli anni Quaranta: e fu l'inaugurazione di una stagione all'insegna dell'inflazione galoppante.

Sarà interessante dunque verificare la dinamica nei mesi a venire: per comprendere se il fenomeno in questione, esploso nel decennio corrente, in ultima analisi si rivelerà effettivamente transitorio e passeggero; o se sarà tanto pernicioso da radicare inesorabilmente.

Charles L. (Charlie) Minter è uno dei fondatori della Comstock Partners, Inc., una società costituita nel 1986 e attiva nelle gestioni patrimoniali. Continua...