Bottom sulle materie prime?
- 09/05/2013
Il calo delle quotazioni delle commodities da settembre in poi ha ridimensionato le aspettative inflazionistiche degli operatori. Basti pensare che l'inflazione americana prezzata nei "TIPS" è scesa da un picco del 2.60% al recente 2.28%: non poco, considerando che da dieci anni questa misura oscilla fra il 2 e il 2.6% (eccezion fatta per la crisi deflattiva del 2008-2009). Naturale che l'oro, molto sensibile alle aspettative inflazionistiche, abbia subito una brusca battuta d'arresto negli ultimi mesi. Ma, ora che il sentiment degli investitori sulle materie prime è sufficientemente negativo, si creano le condizioni per un rimbalzo. Ferma restando la negatività strutturale sulle commodities e sui temi ad essi legati, un bottom si va delinenando; se non è già stato raggiunto.
Ho la fortuna di accedere al database di AGE Italia che contiene i Daily Sentiment Index (DSI) di tutte le commodities su cui sono scambiati future sulle borse americane. Nella mia operatività, uso spesso questi dati: il minimo è preceduto da un prosciugamento dell'ottimismo; i massimi da una esasperazione dell'ottimismo. In particolare trovo molto utile il Commodity Sentiment Index, che AGE calcola nel suo CoT Index Report: in pratica, una media dei DSI di tutte le commodities.
La figura in alto mostra due versione del CSI: quella grezza, in verde, e quella "relativa", in blue. Quest'ultima colloca la prima lettura nell'ambito delle rilevazioni dell'ultimo anno. Ad esempio, a metà aprile, il 23% degli operatori era bullish sulle commodities: non molto, obiettivamente, per diventare rialzisti.
Ma in termini relativi quella rilevazione si collocava al secondo percentile delle rilevazioni degli ultimi due anni del CSI. In altre parole, il 98% delle rilevazioni delle ultime 500 sedute è stato superiore: una forma di capitolazione, possiamo dire.
Tant'é vero che nell'ultimo anno e mezzo tutte le rilevazioni relative del CSI prossime allo zero sono coincise con un minimo del CRB Index. Sicché appare realistico ipotizzare che il recente rimbalzo è destinato a durare ancora diverse settimane, se non mesi.