Commodities
Crude Oil: un rialzo che viene da lontano

Si celebra in questi giorni la fiammata delle quotazioni del petrolio. Una buona notizia ovviamente per gli investitori; meno buona altrettanto ovviamente per i fortunati che stanno per andare in vacanza. Ma il rialzo del Crude Oil era stato ben anticipato: risale alla fine di ottobre il momento in cui era ragionevole puntare sull'oro nero. All'epoca sul Rapporto Giornaliero si propose una logica correlazione fra l'andamento della varietà WTI e l'andamento del Citigroup Economic Surprise Index (CESI) dei principali paesi industrializzati al mondo. Una correlazione, storica, che però in quel momento denunciava una anomala divergenza. Quale era il seguito più probabile di quella situazione conflittuale?

Il grafico mostra il Crude Oil WTI (nero, scala di destra) e il CESI G10 (rosso, scala di sinistra). Le linee verticali, in verde, mostrano tutti i casi recenti in cui il primo è sceso di almeno il 10% nell'arco di sei settimane, mentre il secondo  è salito di almeno 20 punti nel medesimo arco di tempo. Una situzione anomala, appunto: se il ciclo economico migliora, come mai il petrolio scende?
L'evidenza empirica all'epoca suggeriva che era il CESI ad avere ragione, e il petrolio ad essere sceso illogicamente. Confortavano i precedenti più vicini: maggio 2010 e febbraio 2009.
Il WTI lo scorso autunno quotava 86 dollari. Sarebbe sceso per un'altra settimana, prima di ripartire, raggiungendo venerdì scorso i 108 dollari. Un rialzo decisamente apprezzabile...

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...